[IT] Bandcamp diventa ogni giorno di più il motore trainante dell’autoproduzione musicale. Tutto questo a scapito delle netlabels?

Al di là di roba Creative Commons e netlabel, scarico e ascolto ben poco. Questo “poco” si riduce a pezzi/album random di genere dubstep, chillwave, witchouse e post-rock. Essendo tutti generi di nicchia, spesso pubblicati da label piccole o minuscole, è davvero difficile tener traccia di tutto ciò che esce senza usare blog specializzati, che in genere forniscono anche un link per scaricare (a scrocco) l’album da uno dei migliaia di siti di free hosting disponibili (ultimamente, dopo la scomparsa di Megaupload, sono rimasti in piedi un po’ meno di migliaia…).

Su questi blogs, che seguo da anni, è da un po’ di tempo che si registra un’inversione di tendenza. Se prima la maggior parte di questi prodotti musicali di nicchia provenivano quasi esclusivamente da etichette discografiche più o meno underground, adesso invece è sempre di più l’autoproduzione a farla da padrone.

Suddetti blogs, infatti, sono sempre più ricchi di album pubblicati su Bandcamp, che saltuariamente vengono anche notati e ri-pubblicati a loro volta da labels indie, rendendo Bandcamp una vera e propria luce guida all’interno dell’underground musicale globale. Molti generi di nicchia, come appunto la chillwave, nascono o raggiungono la loro forma più compiuta proprio sulle pagine di Bandcamp, rendondolo -de facto- il vivaio musicale globale più fertile.

E se anche capita che il fenomeno underground del momento non nasca da lì, vi sono comunque Bandcamp, ed in misura minore Soundcloud, in qualche modo invischiati nell’operazione. Penso, ad esempio, alla Triangle Records, label ammiraglia del genere Witchouse, che pubblica brani extra e remixes inediti sul suo account Soundcloud, gratuitamente. Ai tempi del boom della Warp Records, ammiraglia del genere IDM, era impensabile “abbassarsi” all’uso di altri media che non fossero quelli canonici (cd e vinili), era una “democratizzazione” del proprio catalogo che era considerabile al pari di un’eresia. Certo, i tempi erano diversi e la Rete non era quella di adesso, ma è anche vero che si giocava molto sulla difficile reperibilità del materiale per darsi un tono, per crearsi un’aura di esclusività che tanto bene faceva alla propria reputazione (economica).

Adesso, invece, queste nuove label underground usano sempre di più i nuovi strumenti (sociali, globalmente accessibili) della Rete per promuoversi, farsi conoscere, essere più vicine ai fan, e arricchire con maggiore facilità il proprio rooster di nuovi talenti. Si solidifica sempre di più il legame tra l’idea di etichetta discografica tradizionale ed il Bandcamp o il Soundcloud di turno. E’ un fenomeno questo che lascia spazio a diverse riflessioni e vi invito a spenderci due minuti del vostro tempo.

Quello che invece mi preme sottolineare è: dove sono le netlabels in tutto questo? Sono state scavallate o è una mia impressione? Perchè non vengono considerate al pari di Bandcamp o Soundcloud come vivaio da cui attingere nuovi talenti? Sarà tutto a causa della centralità e dell’interfaccia sbrilluccicosa di Bandcamp, o c’è dell’altro? Magari, che so, una mancata capacità da parte delle netlabels di de-frammentarsi, di rendersi più facilmente fruibili al non-nerd, o di rinnovarsi invece di restare ripiegate sù sè stesse?

11 Responses to [IT] Bandcamp diventa ogni giorno di più il motore trainante dell’autoproduzione musicale. Tutto questo a scapito delle netlabels?

  1. allelimo ha detto:

    Io una teoria ce l’avrei: la pura netlabel “media” non è molto di più un sito da cui fare il download di un disco, normalmente registrato e prodotto a prescindere dalla netlabel stessa.
    Se lo spazio web lo fornisce gratuitamente (e in maniera semplice) Bandcamp, che bisogno c’è di mettere in mezzo, tra artista e pubblico, un’etichetta “virtuale”?
    Da come la vedo io, il valore aggiunto di una netlabel rispetto a Bandcamp è ai minimi storici, ma non per colpa delle netlabel. Piuttosto per merito di Bandcamp, che ha rivoluzionato il modo di ditribuire la musica a livello di demo/piccole quantità di copie.

  2. eldino ha detto:

    @allelimo
    No il valore aggiunto delle netlabels -dovrebbe- essere la selezione, che faciliterebbe molto il ruolo dei talent scouts.

    Mentre su Bandcamp è tutto buttato lì, come una grossa accozzaglia di dischi in offerta in un cesto di un supermercato, la netlabel invece offre un “catalogo”, una precisa linea guida, una direzione stilistica che, nel migliore dei casi, ti porta ad apprezzarne tutta la produzione dopo che ne hai apprezzato una singola release.

    Questo in teoria. In pratica sono ben poche le netlabels che applicano una ferrea selezione sul materiale da pubblicare, e che hanno un gusto notevole nel farlo. Ecco, questo, insieme ad una maggiore visibilità sul web e fruibilità, avrebbe rappresentato il punto di svolta della situazione, ma purtroppo, lo vediamo tutti, non è andata proprio così.

  3. allelimo ha detto:

    Bandcamp non è un cesto da supermercato, perchè non è un posto dove vai per scoprire nuovi gruppi, ma un posto dove vai per scaricare la musica di un gruppo che hai scoperto già in qualche altro modo: è un luogo completamente diverso dalla sezione “downloads” di una netlabel.
    Anzi, sono parecchie le netlabels che usano Bandcamp per il download dei propri prodotti: più che in contrapposizione, vedo Bandcamp come una grossa opportunità per le netlables, che hanno la possibilità di distribuire musica nei migliori formati possibili sostanzialmente senza costi.

  4. Gianluca ha detto:

    Credo che il lavoro di curatore svolto dal blog interno di Bandcamp più l’attività fatta da Andrew Dubber, reviewer ufficiale di Bandcamp, serve proprio a questo, a “scremare” un po la marea di roba presente sul sito, secondo la logica delle “opere degne di nota”. Quindi, penso che come dice bene Eldino il problema sta nelle netlabel che dovrebbero fare la giusta selezione del materiale da pubblicare, non chi di mestiere fa il distributore come Bandcamp.

  5. eldino ha detto:

    @allelimo
    Beh chiaramente se su Bandcamp ci finisci tramite links trovati su blog come il mio, ok.. ma se tu ti connetti direttamente a bandcamp.com, quello che trovi è esattamente un cesto di un supermercato 🙂 Puoi fare ricerche, consultare le charts, cercare la musica per tags, ma devi sempre essere tu a effettuare la ricerca e la selezione della musica in una marea di roba nuova ogni giorno 🙂

    Ed i tags, se hai un minimo di esperienza con la piattaforma, saprai bene che servono tanto quanto, perchè tanta gente non ha la più vaga idea di cosa “chillwave” (esempio) voglia dire, e usa suddetto tag per album che in realtà sono semplicemente zuppe downtempo 🙂

    Per cui molta confusione, molta carne al fuoco rispetto alla visione strutturata di un catalogo di una netlabel 🙂 Che come anche Gianluca sostiene, dovrebbe essere la caratteristica su cui puntare 🙂

  6. allelimo ha detto:

    Se tu ti connetti direttamente a Bandcamp per cercare qualcosa che non conosci, hai semplicemente sbagliato approccio.
    Insisto, Bandcamp non è una net-label: se cerchi lì la “visione strutturata di una netlabel” stai cercando nel posto sbagliato.
    Sono due livelli completamente diversi.

  7. eldino ha detto:

    Quello che sto dicendo anche io xD E’ un cestone da supermercato 😀

  8. allelimo ha detto:

    ok, hai ragione tu, è un cestone da supermercato, abbasso bandcamp e viva le net labels…

  9. eldino ha detto:

    @allelimo
    ?? non è una gara a chi ce l’ha più lungo nè una pubblicità comparativa 🙂 Si dibatte solo sulla diversità delle due piattaforme, con pregi e difetti di entrambi 🙂 Non siamo allo stadio a tifare 😉

  10. allelimo ha detto:

    eldino, in una conversazione si ascoltano le opinioni degli altri e si esprimono le proprie.
    il tuo commento del 19/02 è invece esattamente quello che dici qui sopra: una gara a chi ce l’ha più lungo, che a me interessa molto poco.
    vai pure avanti da solo 🙂

  11. eldino ha detto:

    @allelimo
    il commento del 19/02 è composto da una riga in cui ti faccio notare che stiamo dicendo la stessa cosa, non noto nessun tifo, puoi essere più chiaro? 🙂

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